“I fenici non sono mai esistiti” a Carbonia
dove:
Biblioteca comunale
–
Viale Arsia
–
Carbonia
(CI)
–
Italia
quando:
Venerdì, 25 Novembre 2011
alle ore
18
:
30
Carbonia amore mio,
eccomi tornare a te dopo averti lasciato, decenni or sono, nel salutare un tuo figlio, il padre mio, carpito da quel tal destino. Anch’io fui cacciato, non per causa tua, ma per l’insano aere causato dal tuo nero oro, la cui fama dovea portarti soltanto la nomea, di “città dei centomila”.
Il fato, che mi vuole a Te in questa circostanza, m’ha dato veste che indosso certo immeritatamente. Tu sei, o Carbonia, da prima che tu fossi. Da quanto sei tu lì! Da quanto cresci e vigili sugli abitatori del territorio tuo!
Noi dimenticammo i tuoi primi vestigi, che se pur non risalenti ai 620 milioni di anni, quando si generò l’aggregato minerale di quelle rocce che ti fanno da cornice, facendo di te uno dei tre o quattro territori più antichi di questo continente, essi davvero debbono essere fra i ricordi più numerosi e vetusti, ma ancora ascosi, dell’umano genere, perché, come già dissi:
«la mancanza di copiosissime ed antichissime testimonianze, proprio per il territorio di Carbonia, deve essere riguardata con molto sospetto perché, a rigor di logica, la terra più antica, dovrebbe dare il maggior numero di testimonianze, rispetto ad altre regioni europee, ma soprattutto rispetto alla penisola italica, che con appena 20 milioni di anni di vita, non può aver preparato un ambiente così evoluto e vivibile per tutte le creature, come lo fu invece quello di Carbonia».
Ecco, son qui, non a parlare di tue vetuste testimonianze, ché non son io deputato a ciò, ma a renderti giustizia, ché impreparati cert’uni, hanno tolto a te la recente autentica storia, facendo oggetto, il tuo colle più famoso, d’insediamento di genti mai esistite, perché il nulla pare appagare quei tal cert’uni, più d’una reale consistenza di tangibil cose.
eccomi tornare a te dopo averti lasciato, decenni or sono, nel salutare un tuo figlio, il padre mio, carpito da quel tal destino. Anch’io fui cacciato, non per causa tua, ma per l’insano aere causato dal tuo nero oro, la cui fama dovea portarti soltanto la nomea, di “città dei centomila”.
Il fato, che mi vuole a Te in questa circostanza, m’ha dato veste che indosso certo immeritatamente. Tu sei, o Carbonia, da prima che tu fossi. Da quanto sei tu lì! Da quanto cresci e vigili sugli abitatori del territorio tuo!
Noi dimenticammo i tuoi primi vestigi, che se pur non risalenti ai 620 milioni di anni, quando si generò l’aggregato minerale di quelle rocce che ti fanno da cornice, facendo di te uno dei tre o quattro territori più antichi di questo continente, essi davvero debbono essere fra i ricordi più numerosi e vetusti, ma ancora ascosi, dell’umano genere, perché, come già dissi:
«la mancanza di copiosissime ed antichissime testimonianze, proprio per il territorio di Carbonia, deve essere riguardata con molto sospetto perché, a rigor di logica, la terra più antica, dovrebbe dare il maggior numero di testimonianze, rispetto ad altre regioni europee, ma soprattutto rispetto alla penisola italica, che con appena 20 milioni di anni di vita, non può aver preparato un ambiente così evoluto e vivibile per tutte le creature, come lo fu invece quello di Carbonia».
Ecco, son qui, non a parlare di tue vetuste testimonianze, ché non son io deputato a ciò, ma a renderti giustizia, ché impreparati cert’uni, hanno tolto a te la recente autentica storia, facendo oggetto, il tuo colle più famoso, d’insediamento di genti mai esistite, perché il nulla pare appagare quei tal cert’uni, più d’una reale consistenza di tangibil cose.