Ricorderò, esser presente in Assiria nel VII secolo a.C. un Tale che, secondo quanto apprese (dal mondo classico greco e grecizzante) la cultura occidentale, si chiamava SARDANApalo! Anche! Ed Assurbanipal pur anco! E, considera anche, Sarda Attenta Lettrice, come qui, abbia io piacere invitarti ad osservare (in punta di piedi entrando nel linguistico campo a me, peraltro, sconosciuto) quanto segue!
La voce (del personaggio) SARDANAPALO ci dicono gli storici classici, sia equivalente alla voce (del personaggio) ASSURBANIPAL! Essendo entrambe riferite alla stessa persona!
La nostra voce Sardanapalo, è derivata da voce latina Sardanapalus, che proviene da voce greca Σαρδανάπαλος, la quale si origina in Assurbanapli (avente anche declinazione in “a”). Pertanto noi abbiamo, il vocabolo col quale il tal personaggio è conosciuto in lingua continentalesa: Sardanapalo, e il vocabolo assiro che viene presentato così: Assurbanapli.
Bene, iniziamo col togliere gli elementi di flessione nominale, cioè desinenza e declinazione: la lettera “o” e la vocale “i” rispettivamente. Avremo così i nuovi vocaboli da studiare: Sardanapal e Assurbanapl. Ora, la visione della voce originaria Assurbanapl, che è priva di vocale tra le due consonanti “pl” poste alla fine, ci rende edotti sul fatto che la lettera “a” che invece risulta presente fra le corrispettive in Sardanapal, è solo artifizio successivo, atto a facilitare la sua vocalizzazione! Pertanto, ne ristabiliamo la morfologia originaria in questo modo: Sardanapl.
Quì abbiamo le nostre nude voci su cui lavorare: SARDANAPL e ASSURBANAPL.
Permettimi quì di ricordare che, nell’apprendimento elementare della lingua, impariamo che la parte chiamata “radice” di una parola è, grosso modo, così definita: «l’elemento caratterizzante del significato della parola». Bene, negli elementi, o temi, che abbiamo isolato supra, cioè SARDANAPL ed ASSURBANAPL, sono contenute due unità minime significative: la “radice” al primo posto, ed il “suffisso” al secondo. Presentiamo i due “temi” (tali son chiamati), graficamente così: SAR-DANAPL ed ASSUR-BANAPL. Come si vede siamo in presenza:
-- della radice -SAR che si riconduce alla relativa radice -ASSUR
-- del suffisso -DANAPL che si riconduce al relativo suffisso -BANAPL
Bene, vediamo come i due suffissi siano quasi identici, salvo le due vocali , “D” e “B”; ma considerato «il modo imperfetto con cui la scrittura cuneiforme rende i suoni, e la pronuncia della lingua realmente parlata, la quale deve essere stata certamente diversa e in alcuni casi (come ci è attestato da traslitterazioni greche) specialmente di nomi di persona e luogo, molto diversa dalla pronuncia portata dalla scrittura […]», ritengonsi i due suffissi: identici, in modo soddisfacente, verso il nostro scopo dimostrativo. Cerchiamo, quindi, di portare alla luce la presenza di una qualche eguaglianza a carico delle due radici, -SAR ed - ASSUR.
* partiamo dalla semplice constatazione posta in essere da Giuseppe Furlani (definito sulla Treccani “ uno dei più grandi assiriologi della sua epoca”) che studiò la tematica nella prima parte del secolo passato il quale, svolgendo la trattazione della voce “Sardanapalo”, così ebbe ad esprimersi: «il nome del re è senza dubbio quello di Assurbanipal di Assiria». Pertanto, Sardanapalo e Assurbanipal, sono due modi diversi di chiamare il grande re Assiro che regnò (circa) dal 669 al 626 a.C. e, siccome Assur era il Dio degli Assiri, viene subito da credere che anche la radice Sar abbia “Dio” come significato “caratterizzante”!
* il padre di Sardanapalo era chiamato Asarhaddon, che in assiro si presenta così: Aššur-akh-iddina; ciò che notiamo subito è che, la relazione vista precedentemente di -SAR con -ASSUR, si è trasferita ora ai due morfemi -ASAR ed -ASSUR.
Bene, apprendiamo anche che, a conferma di quanto detto appena supra, «ASSUR era il dio della tribù degli Assiri (i quali portavano, come spesso avviene nell’Oriente semitico, il nome del loro dio nazionale) e quando dalla tribù si sviluppò la potente nazione assira, divenne il dio dell’impero assiro». Riporta ancora il Furlani che: «i sacerdoti gli diedero talora, per rendergli onore ed esaltarlo, il nome del dio sumero AN-ŠAR». Ohi, ohi!
A conferma di quanto espresso, osserviamo anche che, nel caso di Assurbanipal, il significato del nome sia «Assur è procreatore di un figlio» che più prosaicamente noi assimiliamo all’espressione (pur raramente usata, dai pastori evangelici, dopo la imposizione delle mani: tu sei un figlio di Dio) che rendiamo fruibile in questa modalità: (Assurbanipal) è un figlio del dio Assur. Parimenti, il nome di suo padre che significa «Assur ha dato un fratello», crediamo di leggere così: (Asarhaddon) è un fratello del dio Assur.
* da quanto appena esposto si deduce chiaramente che le due unità, -A(N)SAR ed -ASSUR, assumono lo stesso significato di: “Dio supremo per gli Assiri”, in seno alle rispettive parole. Esattamente nella stessa misura in cui, le due unità osservate precedentemente -SAR ed - ASSUR, si fanno carico dello stesso identico significato: DIO! Avendo con ciò, raggiunto l’intento prefissoci: “portare alla luce la presenza di una qualche eguaglianza a carico delle due radici”!
D’altro canto, attento lettore, non ti sarà sfuggito il richiamo al dio sumero An-šar, ove vediamo riaffacciarsi la nostra radice -SAR. Nel merito, seguendo il nostro mentore, veniamo a sapere anche:
«L’origine del nome non è nota: forse significa “il benigno”, se è di origine semitica, ma potrebbe essere di origine straniera(!, ndr). Egli fu sempre il dio supremo del pantheon assiro, e non fu mai adorato in Babilonia. La sua natura di divinità è del tutto particolare tra gli altri dei dell’Assiria e della Babilonia: egli non rappresenta nessun fenomeno naturale, ma è soltanto il principe e signore degli Assiri. Lo si esalta come grande signore, padre degli dei, re del cielo e della terra […] determinatore dei fati. Il suo culto è una concentrazione intensiva del sentimento religioso nell’idea nazionale. Per alcuni suoi aspetti, e specialmente per il suo carattere particolare di dio della nazione, egli presenta talune spiccate affinità col dio nazionale degl’Israeliti, Jahvè»!