R.J. Rowland, Jr. - ERRORE MADORNALE inerente "Sardegna la più grande delle isole"
«Nel commentare le conclusioni dello studioso, inopinatamente fatte proprie da altri, riteniamo sia un vero peccato che egli non si sia soffermato a meditare su quale metodologia avrebbe potuto seguire Erodoto, ovvero la sua fonte, per effettuare la misurazione della lunghezza delle coste di entrambe le isole. Infatti, noi riteniamo altamente improbabile che alcuno, duemilacinquecento anni addietro, anzi molto prima, abbia effettuato detta misurazione. Come avrebbe potuto? Cerchiamo di fare delle ipotesi.
– Operando dal mare: con l’uso di un natante (a vela? a remi?) che fosse obbligato a percorrere metro dopo metro spiagge e coste, ad una distanza di pochi metri dalla linea di riva, tenendo conto dello scarroccio dovuto al mare e al vento, e della deriva dovuta alla corrente? Abbiamo dei forti dubbi! Usando un solcometro per il calcolo dello spazio percorso? No, poiché detto strumento non era stato ancora inventato! Con dei punti terrestri prefissati e con l’ausilio di una carta di navigazione? Lo riteniamo praticamente impossibile per l’epoca. Quindi pensiamo sia da escludere uno sviluppo di questo progetto con l’uso di un natante.
– Operando da terra: percorrendo a piedi tutte le spiagge e le coste, arrampicandosi su di esse entro i limiti delle possibilità umane e portandosi dietro un’asta o una corda, della misura di un plethro, pari a 35 m. secondo la misura fileterea, o una corda della misura di uno stadio, pari a m. 210 secondo la stessa unità di misura, usata anche da Erodoto? Sarebbe stata un’impresa lunga, difficile, dispendiosa e molto approssimativa nel risultato. Ma c’è anche da chiedersi: quale avrebbe dovuto essere il numero delle persone coinvolte nell’impresa, che anche se terrestre, avrebbe comunque dovuto avvalersi del supporto di un certo numero di natanti? Sarebbero state infatti necessarie persone dotate di particolari caratteristiche fisiche atte alla semplice rilevazione; persone in grado di segnare su un adatto supporto scrittorio (argilla, papiro, pergamena o altro supporto idoneo e disponibile) i risultati man mano rilevati; altre che fossero in grado di effettuare calcoli periodici per ottenere i totali delle misurazioni ottenute con svariati arnesi, tenendo nel giusto conto le eventuali approssimazioni per gli spazi non rilevabili; gruppi di persone in grado di supportare logisticamente l’impresa con l’approvvigionamento delle cibarie, con la messa a punto degli accampamenti e la dismissione degli stessi; altre in grado di gestire quell’insieme di persone, e per finire persone atte al controllo della pertinente stesura tecnica e registrazione dei risultati ottenuti. Aggiungiamo poi essere, in quella circostanza, assolutamente necessario un nutrito numero di soldati per proteggere il procedere dell’opera da pirati e banditi.
Sarebbe stata quindi, essa, una grande impresa, per di più ripetuta su due isole, e quindi con un insieme di addetti, almeno parzialmente, facenti parte di due aree culturali diverse. Certo un’impresa della durata di molti mesi, ma forse anche di alcuni anni, per tutto l’insieme di problematiche relative alla moltitudine di parametri messi in giuoco, come logistica, situazioni politiche delle aree interessate, momentanea mancanza di risorse umane e finanziarie, mancanza di approvvigionamenti, ma anche per ostacoli frapposti da avverse condizioni climatiche. Ammesso che una qualche entità statale, o anche privata che disponesse di grandi risorse finanziarie, avesse intravisto un concreto tornaconto (ma noi non ne vediamo alcuno) nel finanziare una tale impresa, siamo ben certi che ne avrebbe lasciato una traccia indelebile nel ricordo dei fatti accaduti nel proprio ambito socio culturale, ed abbiamo visto essere qui in effetti gli ambiti in cui si sarebbero svolte tali imprese, decisamente numerosi toccando le stesse, due continenti così estesi quali la Sardegna e la Sicilia dell’antichità. Questo ricordo si sarebbe inserito fra i capitoli della tradizione arrivata fino ad Ecateo ed allo stesso Erodoto, il quale ultimo non si sarebbe certo sognato di omettere, nelle sue Storie, un racconto così carico di implicazioni sociali e scientifiche, considerando quanti ce ne abbia tramandato di sufficientemente noiosi.
Ciononostante, tutti gli storici sardi caddero inesorabilmente nel tranello del Rowland perché, more solito, non si degnarono di mettere in discussione un esito che non aveva i crismi dello scientifico procedere!
– Operando dal mare: con l’uso di un natante (a vela? a remi?) che fosse obbligato a percorrere metro dopo metro spiagge e coste, ad una distanza di pochi metri dalla linea di riva, tenendo conto dello scarroccio dovuto al mare e al vento, e della deriva dovuta alla corrente? Abbiamo dei forti dubbi! Usando un solcometro per il calcolo dello spazio percorso? No, poiché detto strumento non era stato ancora inventato! Con dei punti terrestri prefissati e con l’ausilio di una carta di navigazione? Lo riteniamo praticamente impossibile per l’epoca. Quindi pensiamo sia da escludere uno sviluppo di questo progetto con l’uso di un natante.
– Operando da terra: percorrendo a piedi tutte le spiagge e le coste, arrampicandosi su di esse entro i limiti delle possibilità umane e portandosi dietro un’asta o una corda, della misura di un plethro, pari a 35 m. secondo la misura fileterea, o una corda della misura di uno stadio, pari a m. 210 secondo la stessa unità di misura, usata anche da Erodoto? Sarebbe stata un’impresa lunga, difficile, dispendiosa e molto approssimativa nel risultato. Ma c’è anche da chiedersi: quale avrebbe dovuto essere il numero delle persone coinvolte nell’impresa, che anche se terrestre, avrebbe comunque dovuto avvalersi del supporto di un certo numero di natanti? Sarebbero state infatti necessarie persone dotate di particolari caratteristiche fisiche atte alla semplice rilevazione; persone in grado di segnare su un adatto supporto scrittorio (argilla, papiro, pergamena o altro supporto idoneo e disponibile) i risultati man mano rilevati; altre che fossero in grado di effettuare calcoli periodici per ottenere i totali delle misurazioni ottenute con svariati arnesi, tenendo nel giusto conto le eventuali approssimazioni per gli spazi non rilevabili; gruppi di persone in grado di supportare logisticamente l’impresa con l’approvvigionamento delle cibarie, con la messa a punto degli accampamenti e la dismissione degli stessi; altre in grado di gestire quell’insieme di persone, e per finire persone atte al controllo della pertinente stesura tecnica e registrazione dei risultati ottenuti. Aggiungiamo poi essere, in quella circostanza, assolutamente necessario un nutrito numero di soldati per proteggere il procedere dell’opera da pirati e banditi.
Sarebbe stata quindi, essa, una grande impresa, per di più ripetuta su due isole, e quindi con un insieme di addetti, almeno parzialmente, facenti parte di due aree culturali diverse. Certo un’impresa della durata di molti mesi, ma forse anche di alcuni anni, per tutto l’insieme di problematiche relative alla moltitudine di parametri messi in giuoco, come logistica, situazioni politiche delle aree interessate, momentanea mancanza di risorse umane e finanziarie, mancanza di approvvigionamenti, ma anche per ostacoli frapposti da avverse condizioni climatiche. Ammesso che una qualche entità statale, o anche privata che disponesse di grandi risorse finanziarie, avesse intravisto un concreto tornaconto (ma noi non ne vediamo alcuno) nel finanziare una tale impresa, siamo ben certi che ne avrebbe lasciato una traccia indelebile nel ricordo dei fatti accaduti nel proprio ambito socio culturale, ed abbiamo visto essere qui in effetti gli ambiti in cui si sarebbero svolte tali imprese, decisamente numerosi toccando le stesse, due continenti così estesi quali la Sardegna e la Sicilia dell’antichità. Questo ricordo si sarebbe inserito fra i capitoli della tradizione arrivata fino ad Ecateo ed allo stesso Erodoto, il quale ultimo non si sarebbe certo sognato di omettere, nelle sue Storie, un racconto così carico di implicazioni sociali e scientifiche, considerando quanti ce ne abbia tramandato di sufficientemente noiosi.
Ciononostante, tutti gli storici sardi caddero inesorabilmente nel tranello del Rowland perché, more solito, non si degnarono di mettere in discussione un esito che non aveva i crismi dello scientifico procedere!